Sì, il borgo di Corniglia è proprio differente. Se ne sta arroccato su un promontorio ripidissimo e inaccessibile e dal mare pare proprio un paese incantato.

È il terzo borgo delle Cinque Terre e l’unico non senza attracco per barche e battelli turistici e probabilmente questo dettaglio lungi dal danneggiare il paese lo rende prezioso e ancora più magico.

Il suo vino poi è decantato da secoli e piacque anche a Boccaccio che nel Decamerone lo fa bere all’abate di Cluny per curarlo… ah, la Vernaccia di Corniglia.

La storia di Corniglia

Di origine romana, come il nome che deriva dalla Gens Cornelia, la famiglia proprietaria del territorio, durante il medioevo subì vari domini fino a quando nel 1254 Innocenzo IV lo cedette a Nicolò Fieschi che la passò alla Repubblica di Genova in cambio di 25.000 lire.

Questo rende il borgo più elegante degli altri, con particolari architettonici quali i fregi dei portali in pietra e le arcate gotiche in arenaria, oltre alle case basse tipiche dei borghi di dominazione genovese e poi la rocca di cui però restano solo poche tracce.

Da non perdere la chiesa di San Pietro in puro stile gotico-ligure con al suo interno sovrapposizioni barocche e coloratissime vetrate. L’edificio con archi gotici in pietra nera sotto il sagrato è ritenuto parte dell’antica stazione di posta dei Fieschi.

Gli eventi

San Pietro si festeggia il 29 giugno con tradizionale messa seguita dalla processione che dalla chiesa arriva fino alla super panoramica (!) terrazza di Santa Maria dove sorgeva una chiesetta crollata in mare nell’800.

La Pubblica Assistenza è solita offrire la tradizionale Torta dei Fieschi, una maxi torta a base di savoiardi, cioccolato e panna.

Altre specialità gastronomiche tipiche della festa sono la torta di riso, preparata con riso, formaggio e uova e i cien, le tradizionali verdure ripiene. Pietanze che una volta venivano cotte nei forni comuni sparsi per il borgo o in alcune case private che per l’occasione aprivano la cucina al vicinato.

Per l’occasione i residenti illuminano le vie principali, la banda suona e il tutto culmina con i fuochi artificiali.

Ah, in teoria la stagione balneare inizia dall’indomani della festa e questo per rispettare un antico detto locale: “Prima de S.Pieu nu sen fa de bagni”.

Scendendo da San Pietro si trova la piazzetta Ciapà e da lì si entra nel carruggio, costellato di bar, enoteche e negozi curati, come tante piccole caverne di Alibabà fino alla piazza principale, Largo Taragio.

Salendo le scalette sulla piazza si arriva all’oratorio di Santa Caterina e da lì ai resti dell’antico torrione con vista su Manarola. Da Largo Taragio potete anche scendere fino alla Marina.

Come arrivare

Da Levanto avete il treno Cinque Terre Express che arriva alla stazione in poco più di 10 minuti.

Il paese però è qualche gradino più in alto e da qui ci sono tre opzioni: la bellissima e panoramica scalinata in mattoni detta ‘Lardarina’ composta da 33 rampe e ben 377 gradini oppure la strada carrozzabile o ancora i minibus elettrici del Parco Nazionale delle Cinque Terre, il cui biglietto è incluso nella Cinque Terre Card.

Il nostro consiglio

Ecco, a meno che proprio non vogliate camminare, noi vi consigliamo di cuore di arrivare e ripartire a piedi, sfruttando i bellissimi sentieri che la collegano a Manarola da una parte e Vernazza dall’altra.

Il sentiero che da Manarola passa a Volastra è uno dei nostri preferiti, con scorci mozzafiato e una grande varietà di camminamenti tra vigneti, bosco e scogliera. Uno spettacolo, proprio come il sentiero azzurro che va a Vernazza, indimenticabile soprattutto al tramonto!

Vi consigliamo inoltre di approfittare delle visite guidate “Cinque Terre Walking Park” organizzate mensilmente dal Parco delle Cinque Terre!